Un racconto sensoriale per un museo inclusivo

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Nell’ambito del laboratorio Didattica Museale Inclusiva[1] dell’Università di Roma Tor Vergata, a cura di Simonetta Baroni, nasce il progetto didattico dal titolo “Racconto sensoriale al Museo per l’Immaginazione Preventiva: un percorso inclusivo della mostra RETROFUTURO”, rivolto a un pubblico di persone cieche e ipovedenti, grazie alla collaborazione del  Dipartimento per l’Educazione Preventiva del MACRO e il contributo di sette studentesse: Roberta Cristofari, Maria Gatti, Martina Marrocco, Benedetta Paris, Eleonora Turli, Marina Baldari, Alessandra Ulisse.

RETROFUTURO è una delle otto sale espositive del Museo per l’Immaginazione Preventiva, il programma del nuovo direttore artistico del MACRO Luca Lo Pinto: un singolo progetto espositivo concepito per svilupparsi in modo organico fino alla fine del 2022. Le pareti della sala sono completamente rivestite da wallpaper raffiguranti immagini fotografiche delle opere della Collezione permanente del Museo, difficilmente visibili al pubblico, realizzate da Giovanna Silva.  Questo intervento ha permesso di creare un collegamento tra le opere acquisite dal Comune di Roma tra gli anni Cinquanta del Novecento e i primi anni Duemila e quelle di giovani artisti attualmente ospitati in questo luogo, concepito come uno spazio dinamico in trasformazione.

Il gruppo di lavoro del laboratorio di “Didattica museale inclusiva” con la prof.ssa Simonetta Baroni e lo scultore cieco Felice Tagliaferri con Freedom

L’allestimento nasce dal principio di condivisione dello spazio da parte degli artisti che, collocando i loro lavori, lo sottopongono ad una continua reinterpretazione. Prima di affrontare la progettazione del percorso tattile sensoriale durante i primi incontri, che si sono svolti nel mese di ottobre 2021, si sono affrontati i temi sull’accessibilità museale, seguiti da un’attenta analisi delle opere, scelte dal team della Direzione Artistica del museo. Fondamentale è stata la partecipazione dello scultore cieco Felice Tagliaferri che, oltre ad offrirci degli spunti di riflessione e mettere a disposizione la sua esperienza artistica, ci ha permesso di approfondire le modalità dell’esplorazione tattile e le strategie comunicative per trasmettere al meglio la sensorialità delle opere.

 Il riscontro positivo di Tagliaferri ci ha fatto fin da subito capire la valenza e la potenzialità del progetto, basato sull’attivazione dei processi sensoriali per raccontare i diversi linguaggi dell’arte contemporanea, un’occasione utile per avvicinare un pubblico nuovo alle ultime tendenze artistiche.

Il percorso sensoriale prevede l’esplorazione tattile delle opere dei seguenti giovani artisti: Francesco Pedraglio, Margherita Raso, Ruth Beraha, Gianluca Concialdi. Il loro lavoro sarà illustrato e accompagnato dalla lettura delle schede descrittive tattili in occasione delle tre visite guidate in programma a partire dal mese di marzo 2022, condotte dalle studentesse del gruppo di lavoro. Questo materiale didattico sarà tradotto in Braille e nero per essere messo a disposizione dei visitatori, mentre una versione audio sarà pubblicata sul sito del museo MACRO. Nell’installazione di Francesco Pedraglio, Maziar Firouzi, +39 02 8295 4344 (2020-2022) è presente un gruppo di palcoscenici – frammenti architettonici (un balcone, un corridoio, una finestra, un tetto, una colonna, un pavimento e una cantina) di piccolo formato dalla ruvida e irregolare superficie bronzea. L’opera è accompagnata dall’ascolto di storie narrate dall’artista che, grazie ad un numero telefonico da lui inciso su un elemento, precisamente il tetto di questa casa immaginaria, permette digitandolo di condividere un suo personale racconto, nel quale vengono descritte le azioni e i pensieri del protagonista in relazione agli ambienti rappresentati. Così questi luoghi, apparentemente vuoti, silenziosi e disabitati, diventano il teatro di avventure che se condivise acquistano un senso nella testa di chi ascolta o di chi guarda.

Francesco Pedraglio, Maziar Firouzi, +39 02 8295 4344, 2020-2022. Sette palcoscenici in bronzo, fondale in tela dipinta ad acrilico, cavalletti in ferro, performance. Courtesy l’artista, Norma Mangione Gallery, Torino. Photo credit: Agnese Bedini e Melania Dalle Grave di DSL Studio.
Margherita Raso
Margherita Raso. Untitled, 2016. Tessuto jacquard. Courtesy l’artista, Fanta-MLN, Milano. Photo credit: Agnese Bedini e Melania Dalle Grave di DSL Studio.

Margherita Raso in Untitled (2016) accresce la percezione visiva traducendola nel gesto di toccare un raffinato tessuto: dal fondo nero del lungo telo sospeso a oltre tre metri da terra emergono, grazie alla tecnica jacquard, increspature e rilievi tattilmente esplorabili che si traducono in segni irregolari, come delicate pennellate, dalla gradazione cromatica avorio riproducenti alcune texture organiche di terra e di foglie, tratte da immagini al microscopio. 

Ruth Beraha in I’ll tell you the story i know (2021) imposta il suo lavoro sull’ambiguo e disorientante gioco tra vedere e non vedere in relazione alla pratica dell’ascolto, costruendo uno strumento in acciaio che nella forma semplificata ricorda un grande megafono. Il dispositivo audio dell’opera permette di ascoltare la registrazione di una voce femminile che impartisce ordini impersonando il ruolo di dominatrice e di inquisitrice, sforzando chi ascolta ad impersonare quello di sottomesso e/o inquisito.

Ruth Beraha, I’ll tell you the story i know, 2021. Alluminio, specchio-spia, pelle, cuffie, lettore mp3, traccia audio. Courtesy l’artista.

 Per attivare questa macchina sensoriale, incentrata sulla percezione visiva e uditiva, è necessaria la presenza di una coppia di fruitori. Il primo che, con il suo comportamento voyeuristico, spia dal piccolo foro e l’altro che, inconsapevolmente osservato, mostra sul suo volto le reazioni stimolate dal racconto audio di cui è uditore, un’immagine che lui stesso può vedere riflessa nello specchio.

Gianluca Concialdi, Santissima Pizzeria, 2020. Ferro, wok, posacenere in cristallo di Val D’Elsa, sughero, grasso animale bruciato, cofano di Jaguar. Courtesy l’artista, Clima, Milano. Photo credit: Agnese Bedini e Melania Dalle Grave di DSL Studio.

Gianluca Concialdi in Santissima pizzeria (2020) parte dalla riformulazione dell’oggetto d’uso quotidiano per attivare sensazioni associate al cibo, usando il cofano di un’automobile di lusso come un barbecue. L’installazione in realtà è un dispositivo artistico capace di attivare percezioni sensoriali come l’olfatto e il gusto e di suscitare nel pubblico emozioni associate al ricordo di un’esperienza di convivialità, grazie proprio a quelle bruciature e tracce di cibo lasciate ben in mostra.

Ogni opera ha permesso l’attivazione di almeno uno dei nostri sensi e ci ha guidato in un’esplorazione sinestetica. Diverse sono le texture: dai rilievi della stoffa al freddo acciaio sporco di grasso fino alle interazioni linguistiche della macchina sonoro-visiva e delle “sculture parlate”.

Le opere d’arte contemporanea rappresentano quasi una sfida per un pubblico non del settore: sebbene riescano a stabilire con il fruitore un maggiore coinvolgimento rispetto ai dipinti e sculture moderne, chiamandolo a interagire con esse, ad attivarle, a manipolarle, invitandolo a lasciare una traccia, a dare un personale punto di vista, ma anche a “subire” la loro presenza a volte provocatoria, rimangono spesso inaccessibili nei loro significati.

Per questo l’approccio sensoriale diventa una pratica didattica importante in quanto aiuta a migliorare la comprensione dell’oggetto artistico e, imparando nuovamente a usare tutti i sensi, permette di accrescere le potenzialità comunicative.

A seguito dell’esperienza di questo primo progetto didattico, si prevede, nell’ambito del laboratorio di Didattica Museale Inclusiva dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata, di avviare una serie di attività di studio e di ricerca volti ad analizzare nuove metodologie didattiche per una fruizione sempre più inclusiva delle opere di arte contemporanea.

Le visite tattili si svolgeranno nelle seguenti date: 18 marzo, 29 aprile e 27 maggio 2022 dalle ore 17,00 alle 18,30 e sono impostate per far vivere alla persona, con disabilità e non, questa esperienza sensoriale innovativa.

Per informazioni sulle visite tattili e il programma del museo contattare: edu@museomacro.it

Per informazioni sul progetto: urania.arte.tecnologia@gmail.com

 

 di Roberta Cristofari, Maria Gatti e Benedetta Paris

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