La fondazione Attilio e Elena Giuliani

by Olga Concetta Patroni

La Fondazione Giuliani è stata costituita a Roma nel 2010 con atto donativo del fondatore Dr. Sergio Giuliani ed un suo personale investimento di circa 10 mln di euro. Oggi è presieduta dall’Avvocato Francesco Pellegrini che ha definito nuove direttrici di sviluppo dell’Istituto.

La Fondazione ricorda nel nome Attilio ed Elena Giuliani, figure di imprenditori tra le più conosciute ed apprezzate a Cosenza per lo spirito innovativo e precursore con il quale fecero della loro azienda, nel settore dell’arredamento, una realtà di successo anche fuori dai confini della Calabria. L’impegno manifestato con Villa Rendano, sottoposta ad un radicale intervento di restauro in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Cosenza, da un lato rappresenta l’inizio di un cammino ambizioso che la Fondazione si è data, e dall’altro ha consentito di restituire alla città di Cosenza uno dei suoi palazzi più belli, sottratti a lungo, ingiustamente, alla fruizione e perfino alla conoscenza della comunità.

La Fondazione ha ideato e proposto il Progetto Villa Rendano 2014, orientato a rendere il prezioso immobile una “Casa delle Idee”, luogo dove trasformare le idee in operatività con una sguardo lungimirante rivolto al territorio, all’Europa. Non solo. Villa Rendano si configura anche come centro di alta formazione e ricerca su tematiche energetiche ed ambientali e, da oggi, come spazio museale multimediale e come luogo di esperienza culturale e turistica.

La Fondazione Giuliani rappresenta un virtuoso esempio di quel variegato ecosistema di Fondazioni private che negli ultimi anni sta sperimentando, con sempre maggiore impegno e con sempre più evidente sguardo verso l’innovazione tecnologica, l’arduo compito della difesa del patrimonio culturale e della formazione delle coscienze critiche delle nuove generazioni. Con la progressiva contrazione delle risorse pubbliche, con i costanti e controversi cambi di competenze negli assetti politico-istituzionali, con lo sviluppo di politiche culturali variegate, numerose sono difatti le iniziative della società civile che si pongono in una posizione di evidente sussidiarietà per le amministrazioni pubbliche.

Villa Rendano, dimora ottocentesca del musicista Alfonso

Saldo elemento identitario della città, leggermente isolata rispetto alle strette e impervie viuzze del centro antico adagiato sul Colle Pancrazio, Villa Rendano fu edificata quando, nel 1887, Domenico Rendano “filandiere e possidente” acquistò un “caseggiato ad uso di filanda (…) nonché una casa baraccata composta di più piani al fine di sistemare stabilmente la sua speculazione di produzione serica”. Essa assunse l’attuale aspetto nel 1891 -data incisa alla base del cancello d’ingresso-, nella quale l’edificio risulta come sontuoso “Palazzo e stabilimento Rendano” nelle mappe catastali coeve.

Abitata frequentemente dal pianista Alfonso, cui dopo qualche decennio fu intitolato il Teatro Comunale per essere stata personalità di elevato rilievo nel milieu otto-novecentesco in Europa, essa esprime nella sua mole architettonica, nel comparto decorativo e in quel cesto traboccante di fiori che si impone al centro della balaustra di copertura, l’agiatezza e le aspirazioni di fortuna che i proprietari intendevano manifestare alla città e fu inaugurata con un sontuoso banchetto indetto in occasione della sosta a Cosenza di Bonaventura Zumbini, illustre critico letterario, presidente dell’Accademia cosentina e docente di letteratura italiana presso l’Università di Napoli.

Alfonso Rendano era nato a Carolei, paesino nei pressi di Cosenza, il 5 Aprile 1853. Fu un concertista di rinomata fama in Italia e nel mondo, nonché compositore ampiamente apprezzato da maestri e musicisti del tempo tra i quali Rossini, di cui trascrisse Profond Sommeil, Thalberg, Auber ecc. Ferenc Liszt ammirò il talento di Rendano ospitandolo nella sua casa a Weimar. Lo stesso Garibaldi scrisse le strofe di un inno nel 1867 e le donò a Rendano affinchè le musicasse.

In età matura si dedicò al rinnovamento dell’insegnamento del pianoforte avviando una scuola privata e in qualità di docente del Conservatorio di Napoli; inventò il terzo pedale del pianoforte.

Il Museo multimediale Consentia Itinera

Il Museo multimediale Consentia Itinera è il museo storico della città di Cosenza. Nato per riposizionare la città nel cuore dei suoi abitanti, esso è il frutto di una profonda ricerca storica che, grazie all’uso del digitale, intende ridare valore alle fonti e agli studi specialistici sul patrimonio materiale e immateriale della città.

Il Museo multimediale Consentia Itinera non possiede una collezione di beni materiali ma ha reso il centro storico di Cosenza l’oggetto privilegiato delle sue ricerche, dei progetti, della sua pratica museale orientata al rafforzamento della conoscenza, del senso di cura e protezione e, soprattutto, della relazione tra cittadini e città.

Due le mostre digitali sul centro storico: Consentia Itinera. Percorsi multimediali nella storia della città di Cosenza e Genius Loci. Un viaggio nel cuore del centro storico di Cosenza. Il primo percorso immersivo, Consentia Itinera, ripercorre la periodizzazione storica del sito dai primordi all’età contemporanea consentendo al visitatore di penetrare, da protagonista, negli avvenimenti cardine, nella vicenda di alcune personalità e nella storia delle principali opere d’arte cittadine in modo totalizzante grazie alla precisione delle ricerche ed al virtuoso ricongiungimento della città con i più noti sentieri della storia nazionale ed europea.

Sei protagonisti restituiscono le ricerche multidisciplinari con linguaggio inclusivo, siccome colto e fitto di citazioni: Brettia, donna guerriera che guidò 500 giovani ribelli lucani verso la costituzione della Metropoli dei Brettii, Consentia, come per primo la definì Strabone; un mercante romano impegnato nel commercio della pix brettia che, stando a Dionigi di Alicarnasso, Plinio, Cicerone fu “la migliore dell’antichità”; Alarico, re dei Goti, che dopo tre giorni di Sacco di Roma nel 410 d.C. morì e fu sepolto nel letto del fiume Busento, generando un interesse che si tradusse in topos letterario. Federico II di Svevia che, insieme all’Arcivescovo Luca Campano, consentì la riprogettazione e ricostruzione della città dopo il terremoto del 1184 donandole la preziosa Stauroteca. Bernardino Telesio, filosofo naturalista protagonista della scena cinquecentesca cosentina, che racconta l’ingresso trionfale di Carlo V e la sempre più radicata devozione dei cittadini nei confronti della Madonna del Pilerio. Ultimo protagonista del percorso è il padrone della prestigiosa Villa presso la quale il Museo ha sede: il pianista Alfonso Rendano (1853-1931). Questi, noto in tutto il mondo per aver inventato il pedale indipendente del pianoforte, racconta in Consentia Itinera il Risorgimento soffermandosi sull’episodio dei Fratelli Bandiera, la vicenda architettonica del Teatro comunale ed il Grand Tour in Calabria.

Il secondo percorso, Genius Loci, è invece un viaggio nei luoghi della città vecchia attraverso una narrazione che facendo perno su specifici binomi (caos e stasi, natura e cultura, tradizione e innovazione, le voci della città ecc.) tenta di intercettare la sfera reattiva dell’emotività individuale e collettiva, suscitando nuovo interesse e rinvigorita attenzione sul centro storico. Una sorta di viaggio tra l’antico ruolo e la funzione di quei luoghi suggestivi e la loro attuale condizione di quasi totale degrado e abbandono; un’alternanza tra la più profonda ricerca della memoria e dello spirito dei luoghi ed un anelito nuovo verso il futuro e la rivitalizzazione di questo scrigno d’arte abbandonato oggi alle sue fragilità.

Fruibile nel Museo è anche la Jurassic Experience, un percorso tra le spezie di dinosauro ricostruite digitalmente per informare e appassionare grandi e piccini.

A corredo dei percorsi multimediali una serie di attività e progetti diversificati si rivolgono a tutti i pubblici, tanto quelli di prossimità che ai visitatori esterni, e sono evidentemente finalizzati a rendere Villa Rendano un luogo vivace e da vivere, un’agorà di confronto e dibattito su temi riguardanti la città nella sua periodizzazione storica e nella sua attualità, su questioni del dibattito museale contemporaneo con specifica attinenza alla cittadinanza attiva, la legalità e la sostenibilità.

di Anna Cipparrone