Campidoglio a LED:  una nuova illuminazione per la piazza simbolo di Roma

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di Ilenia Pennacchi

La piazza del Campidoglio è il simbolo della storia e della politica di Roma, da sempre. 

Già nel XII secolo, il colle era stato scelto come sede del Senatore, responsabile dell’amministrazione della città: il palazzo che vi sorgeva presentava una loggia aperta verso la piazza, scandita da colonne con capitelli ionici e arcate a tutto sesto in muratura. Nel Trecento, poi, papa Bonifacio IX vi fece costruire due torri-contrafforte sul lato destro, alle quali si aggiunsero durante il secolo successivo quella voluta da Martino V, sulla sinistra, e quella commissionata da Niccolò V, verso il Foro. 

Tuttavia la piazza, per come la conosciamo noi, è il risultato del progetto realizzato da Michelangelo nel Cinquecento per volontà di papa Paolo III Farnese: l’architetto intervenne in maniera radicale sulla facciata del Palazzo Senatorio, su quella del Palazzo dei Conservatori e decise di costruire un Palazzo Nuovo con il preciso intento di dare alla piazza la caratteristica forma trapezoidale che oggi la rende unica[1]

Si potrebbe pensare che una composizione architettonica del genere abbia già espresso tutto il suo potenziale e che sia impossibile, per noi contemporanei, migliorarla ulteriormente. In realtà non è così: nell’ambito dei lavori per il Giubileo Straordinario della Misericordia, nel 2015, il Comune di Roma ha stanziato dei fondi per la riqualificazione a LED dell’impianto d’illuminazione della piazza. Esso è stato promosso dall’Associazione Italiana di Illuminazione, nota con l’acronimo AIDI, la quale dal 1959 si occupa di divulgare e promuovere la cultura della luce, attraverso la progettazione e l’utilizzo di prodotti sempre più tecnologici e idonei ai luoghi per cui sono pensati.

Come hanno spiegato il lighting designer Bruno Lalli e l’architetto Cristina Scudetti, entrambi esperti di progettazione illuminotecnica funzionale e artistica, in occasione del congresso nazionale AIDI tenutosi nel 2018, la sostituzione delle precedenti lampade con la tecnologia LED ha portato a un efficientamento dell’intero sistema di illuminazione, con conseguente risparmio energetico, nonché a un netto miglioramento della resa cromatica della piazza. Attraverso l’utilizzo di un’illuminazione per proiezione, è stato creato un fondo d’illuminamento di base sul quale è stata costruita la cosiddetta illuminazione ad accento. Quest’ultima è particolarmente funzionale per mettere in risalto i singoli elementi architettonici che costituiscono i prospetti e le statue. Inoltre, per preservare il lato estetico, imprescindibile in un luogo come quello di cui si sta parlando, sono state scelte delle staffe in acciaio inox quasi impercettibili: l’integrazione dei corpi illuminanti con l’edificio, dunque, ha mantenuto intatto l’aspetto degli edifici e ha garantito la totale assenza di traumi sui rivestimenti in marmo.

Il progetto ha interessato anche la celebre statua del Marco Aurelio che, pur essendo una copia dell’originale conservata all’interno dei Musei Capitolini, è punto identificativo della piazza stessa. Per valorizzarla, sono stati pensati due proiettori situati sui parapetti di Palazzo dei Conservatori e di Palazzo Nuovo[2]

Pur non trattandosi di un intervento di restauro, l’attenzione data alla resa luministica delle opere di architettura costituisce una parte importante della loro manutenzione. Una corretta fruizione dei beni culturali ha molto a che fare anche con il modo in cui essi interagiscono con ciò che li circonda e, dunque, anche con l’illuminazione. Perciò è tanto più meritoria l’attenzione che AIDI rivolge sul patrimonio monumentale e artistico italiano per una corretta fruizione.


[1] Le notizie relative agli interventi sulla piazza sono tratte da https://www.museicapitolini.org/

[2] Le notizie sono tratte dagli Atti del Congresso AIDI del 2018, disponibili sul sito web dell’associazione

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