Con il Decreto Direttoriale n. 1348 del 25-08-2023 è stato approvato e finanziato il progetto PRIN PNRR intitolato Darkscape Experience, presentato nel Macrosettore SH – Social Sciences and Humanities, settore SH5 – Cultures and Cultural Production.

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Il progetto, presentato da Carmelo Occhipinti, in qualità di Principal Investigator per l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, è stato scritto in collaborazione con l’Università degli studi di Bologna, nella persona del prof. Marco Gaiani, e con il Politecnico di Milano, nella persona del prof. Maurizio Rossi. 

Si tratta di un progetto a carattere tecnologico-scientifico, didattico, educativo e culturale che si propone di realizzare ricostruzioni digitali tridimensionali di ambienti appartenenti a edifici storici (studioli, gallerie, cappelle) al cui interno siano virtualmente ripristinate le originarie condizioni di illuminazione, non solo diurna ma anche notturna, secondo le antiche modalità di fruizione “al buio” ampiamente testimoniate dalle fonti letterarie, documentarie e storiografiche. 

Il DSE aspira altresì a ricollocare entro l’ambiente virtuale ricostruito le opere d’arte facenti parte dell’originario apparato ornamentale, permettendo di analizzare a scopo didattico e scientifico sia l’ambiente stesso, nella sua restituzione complessiva, sia i singoli oggetti che ne componevano anticamente l’arredo, permettendo così di apprezzarne, secondo le diverse condizioni di illuminazione, le qualità materiali delle opere, le specificità stilistiche ed espressive, la capacità di reagire alle sollecitazioni luminose più diverse.


Il DSE permette infatti di replicare particolari effetti di luce, ombra e penombra nello spazio virtuale, come quelli prodotti dalla lanterna, dal lume di candela e dalla torcia (fiamma viva), oltre che, naturalmente, dalla luce diurna. Per raggiungere i suoi obiettivi, la piattaforma DSE integra tre differenti metodi, che corrispondono ai contributi delle tre unità operative del progetto in un unico framework:

  1. Una metodologia per la ricostruzione filologica di un ambiente appartenente a un edificio storico, secondo i documenti relativi ai rispettivi arredi e ai corpi illuminanti originari.
  2. Una metodologia per la ricostruzione della BRDF (Bidirectional reflectance distribution function) dei materiali che costituiscono arredi e superfici interne ottenuta con metodi fotografici basati su smartphone e la loro visualizzazione entro un motore di rendering in real- time physically-based.
  3. Un abaco di sorgenti luminose complete delle loro caratteristiche illuminotecniche per la loro visualizzazione in ambito digitale ed eventualmente integrabili in un sistema BIM per l’ottimizzazione e la gestione degli spazi digitali e, là dove esistano, anche reali.

Il caso di studio da cui il progetto prenderà mosse è stato individuato in una delle residenze storiche più visitate d’Italia, la Villa d’Este di Tivoli, le cui sale affrescate e i camerini privati già alla morte del committente, nel 1572, furono spogliati dei tesori d’arte, quadri e statue che li ornavano, oggi dispersi nei musei di tutto il mondo (come risulta da una vastissima documentazione d’archivio accuratamente esaminata nel corso di tanti anni di ricerca).

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